Nel momento in cui un soggetto obbligato decede, i suoi creditori potrebbero ritrovarsi nella situazione di dover condurre un’indagine patrimoniale per l’eredità per accertare chi sia subentrato nella posizione giuridica del defunto.

Infatti, il fine ultimo nei casi in cui sia necessario procedere a un’indagine sul patrimonio ereditario del deceduto (definito anche de cuius) è quello di rintracciare gli eredi che sono subentrati ai suoi impegni, così da verificare conti correnti a suo nome e il possesso di beni di qualsiasi natura.

Come si svolge un’indagine per l’eredità e a chi occorre rivolgersi perché questa vada a buon fine? Te lo spiegano i professionisti NSK IC all’interno di questo breve articolo.

Gli step che danno avvio all’indagine patrimoniale per l’eredità

L’asse ereditario del soggetto defunto rappresenta l’oggetto dell’indagine patrimoniale per l’eredità. A seguito del decesso di un parente e nei casi di successione, gli eredi lo sostituiscono nella sua posizione giuridica per disposizione accertata da un testamento o tramite legittima successione (qualora non sussistesse una disposizione testamentaria).

Tutto questo non prima di aver concluso una serie di adempimenti burocratici: un esempio è dato dal pagamento dell’imposta sulla dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate.

Gli eredi saranno quindi chiamati a compilare la dichiarazione di successione (non obbligatoria se l’asse ereditario del defunto non supera il valore di centomila euro), la quale deve necessariamente riportare tutti i beni – mobili, immobili e liquidità – di proprietà del soggetto deceduto.

In fase di dichiarazione di successione i parenti più stretti sono chiamati ad accertare anche l’esistenza di conti correnti attivi in capo al de cuius. È dunque richiesto ai soggetti chiamati all’eredità di appurare se il defunto fosse titolare o meno di rapporti finanziari, dichiarando presso quali istituti questi sono ancora attivi.

Ma qualora, venuto a mancare il soggetto obbligato, gli aventi diritto alla riscossione dei crediti insoluti non fossero a conoscenza di queste informazioni, possono rivolgersi a una società di investigazioni come NSK IC, che svolge anche indagini patrimoniali per l’accertamento dell’eredità.

Cos’altro possiamo fare per te? Qui puoi trovare degli spunti interessanti:

 

Le indagini patrimoniali per l’eredità: il metodo NSK IC

Il Testo Unico Bancario regola le azioni che gli eventuali creditori e i chiamati all’eredità dovrebbero compiere nel caso di avvio di un’indagine patrimoniale utile a verificare il conto corrente noto del de cuius. In questo caso possono aver luogo due differenti situazioni:

  • il conto corrente noto è cointestato a firma disgiunta
  • il conto corrente noto è cointestato a firma congiunta

A prescindere da quale delle due casistiche si verifichi, il Testo Unico Bancario prevede la possibilità, per i soggetti insoluti, di ottenere la documentazione utile a conoscere l’importo del patrimonio attivo del defunto, nonché tutte le operazioni e movimenti eseguiti da quest’ultimo negli ultimi 10 anni di vita.

Qualora, invece, il conto corrente del de cuius non fosse noto agli eventuali creditori diventa cruciale procedere con un’indagine patrimoniale per provare la sua esistenza. I professionisti NSK IC intervengono nel campo delle investigazioni in capo a soggetti deceduti per identificare presso quali istituti bancari fosse depositato il patrimonio del defunto.

Se sei interessato a scoprire maggiori dettagli circa le modalità di indagine patrimoniale per eredità effettuata dal team NSK IC puoi contattarci qui.

Insieme a te verificheremo la situazione patrimoniale del soggetto deceduto ed eventuali sottrazioni di beni dovute, ad esempio, da donazioni.