Quando si verifica un inadempimento nei confronti di un obbligo finanziario, il creditore è spesso costretto a intraprendere azioni legali per tutelare i propri diritti. Queste azioni possono includere il pignoramento di beni tangibili dell’inadempiente, come immobili o veicoli, ma anche l’accesso a fonti di reddito più fluide, come la pensione o il saldo di un conto corrente. 

La situazione si complica notevolmente quando il debitore in questione è un nullatenente, ovvero una persona che apparentemente non possiede beni pignorabili o fonti di reddito aggredibili. Come procedere in questi casi? Vediamo come affrontare la sfida del recupero crediti da nullatenenti con NSK Intelligent Collection, esperti nel settore delle investigazioni per il recupero crediti insoluti.

Definizione di nullatenenti: quali soggetti rientrano in questa categoria?

L’espressione “nullatenente” non trova le sue radici nella terminologia giuridica, ma piuttosto nel linguaggio quotidiano. In senso ampio, si riferisce a una persona che non ha alcun bene a suo nome e non beneficia di entrate o aiuti economici. Tuttavia, questa definizione può talvolta risultare ingannevole.

In effetti, la figura del nullatenente non implica sempre l’assoluta mancanza di proprietà o entrate. Spesso, si riferisce a soggetti che godono di redditi, come una pensione minima, o possiedono beni di scarso valore, ma tali risorse non sono sufficienti o idonee a essere soggette a pignoramento. Per esempio, una persona con una pensione al di sotto della soglia del minimo vitale o con proprietà di valore limitato non può essere sottoposta a esecuzione forzata.

In Italia, non esiste una normativa che punisca chi non è in grado di onorare i propri debiti, a meno che non si tratti di casi di evasione fiscale di rilevante entità. Solo in queste circostanze, e al superamento di determinate soglie, si configura un illecito penalmente perseguibile.

Come accertare la situazione del nullatenente? L’intervento di NSK Intelligent Collection

NSK Intelligent Collection mette a disposizione dei creditori un’ampia varietà di servizi di investigazione che hanno l’obiettivo di snellire e semplificare il processo di recupero crediti. Tra questi, è possibile eseguire la ricerca di diversi elementi cruciali, come conti correnti, residenza, domicilio, veicoli e pensioni di un individuo. Vediamo nel dettaglio in cosa consistono questi servizi:

  • Rintraccio conto corrente, per individuare gli istituti di credito, sia bancari che postali, presso i quali il debitore ha registrato un conto corrente attivo.
  • Rintraccio di residenza e domicilio, il quale permette di individuare la residenza attuale di una persona, il suo domicilio fiscale, le utenze telefoniche ed eventuali proprietà immobiliari in Italia.
  • Rintraccio veicoli, per identificare i veicoli registrati in Italia presso il P.R.A. che sono a nome del debitore.
  • Rintraccio posto di lavoro e reddito, il quale consente di verificare l’attuale impiego lavorativo di un individuo, sia in aziende private che in enti pubblici, fornendo dati fondamentali per valutare la sua capacità economica.
  • Rintraccio pensione INPS, per esaminare lo stato pensionistico di un soggetto potenzialmente nullatenente e fornire al creditore informazioni dettagliate utili per eventuali azioni di pignoramento dei redditi da pensione.

I beni impignorabili

Come accennato, la legislazione italiana prevede che alcuni beni siano esclusi dal pignoramento. Questi includono:

  • Immobili nel fondo patrimoniale: gli immobili inseriti in questo fondo non possono essere soggetti a pignoramento.
  • Prima casa: la residenza principale è esente da pignoramento per debiti tributari.
  • Parte dello stipendio o pensione: fino a quattro quinti dello stipendio o della pensione possono essere esenti dal pignoramento.
  • Saldi in conto corrente: una somma base nel conto corrente è salvaguardata dal pignoramento.
  • Beni in comunione o comproprietà: fino al 50% dei beni posseduti in comune con il coniuge o in comproprietà sono protetti.
  • Strumenti per impresa o professione: gli strumenti essenziali per l’esercizio di un’attività imprenditoriale o professionale sono pignorabili solo fino a un quinto del loro valore.

Inoltre, il codice civile stabilisce che ogni individuo è responsabile dei debiti contratti con il proprio patrimonio, attuale e futuro. Questo permette ai creditori di intraprendere nuove azioni legali in futuro, verificando eventuali cambiamenti nella situazione patrimoniale del debitore.

Tuttavia, è fondamentale considerare il termine di prescrizione decennale, che limita la possibilità di agire legalmente dopo dieci anni. Questo termine può essere interrotto, ad esempio, con l’invio di una lettera di diffida, a partire dal giorno successivo alla sua notifica.

Come si effettua il recupero crediti da nullatenenti

Appurato che esistono dei beni impignorabili, come è possibile effettuare il recupero crediti da nullatenenti?

Ci sono diverse strategie che i creditori possono adottare per cercare di recuperare i propri crediti. Tra queste, le più diffuse sono: 

  • Interrompere periodicamente i termini di prescrizione del credito. Solitamente, il termine di prescrizione per il recupero crediti è di 10 anni. Inviando formali diffide al debitore, invece, è possibile interrompere questo termine. Questo significa che, anche se il debitore rimane nullatenente per anni, il creditore può rivalersi su eventuali beni o redditi futuri che il debitore dovesse acquisire.
  • Valutare se il debitore nullatenente abbia commesso reati finanziari. In casi di appropriazione indebita o truffa, è possibile sporgere una denuncia penale. Pertanto, anche se il debitore non ha beni pignorabili, l’azione penale può portare a un risarcimento. Si tratta quindi di un approccio particolarmente utile per recuperare crediti in situazioni così complesse e delicate.
  • Monitorare attentamente la situazione del debitore nel tempo. Questo perché la condizione di nullatenenza di un debitore potrebbe cambiare:  ad esempio, se il debitore dovesse ottenere un lavoro stabile o ereditare beni, il creditore potrebbe aggredire questi nuovi cespiti. Svolgere un monitoraggio costante, quindi, permette di agire prontamente al mutare delle condizioni economiche del debitore.

Azione revocatoria contro azioni e vendite: cos’è e quando è possibile svolgerla

Abbiamo visto alcune delle strategie più diffuse per il recupero crediti da nullatenenti. Oltre a queste, tuttavia, è possibile aggiungere un altro strumento: stiamo parlando dell’azione revocatoria.

Utilizzare l’azione revocatoria in combinazione con altre strategie di recupero crediti, come il monitoraggio continuo della situazione del debitore e l’interruzione dei termini di prescrizione, può aumentare significativamente le probabilità di successo nel recupero del credito, specialmente  nei casi più complessi di nullatenenza apparente.

L’azione revocatoria è una procedura che si collega strettamente alle indagini sull’accertamento della reale situazione patrimoniale del debitore di cui abbiamo parlato poco sopra. 

Questo perché può essere utilizzata per contestare e annullare atti compiuti dal debitore con l’intento di sottrarre beni alla garanzia dei creditori.

L’azione revocatoria, in sostanza, permette ai creditori di chiedere l’annullamento degli atti di disposizione patrimoniale compiuti dal debitore che possano compromettere le loro possibilità di recupero del credito. Facciamo un esempio: se un debitore ha venduto beni o trasferito proprietà a terzi, l’azione revocatoria consente di dichiarare nulli tali atti, recuperando così i beni alienati.

Questo strumento legale è particolarmente efficace quando, attraverso indagini accurate, emerge che il debitore ha tentato di nascondere o trasferire beni per evitare il pignoramento. L’azione revocatoria può essere avviata entro cinque anni dal compimento dell’atto, offrendo ai creditori una finestra temporale significativa per intervenire.

È importante sottolineare che l’azione revocatoria non si applica a tutti gli atti, ma solo a quelli compiuti con dolo o con l’intento di sottrarre beni alla garanzia del credito.

Pertanto, la condizione base per intraprendere l’azione revocatoria è dimostrare la malafede del debitore.

Come affrontare il recupero crediti se il debitore è deceduto?

Affrontare il recupero crediti quando il debitore nullatenente è deceduto, può essere una sfida ancora più complessa. Anche in questo caso, tuttavia, è possibile applicare delle strategie utili per massimizzare le possibilità di recupero del credito.

  • Notifica agli eredi. Si tratta della prima azione da intraprendere. Questo perché, anche se il debitore era nullatenente, gli eredi potrebbero possedere beni propri o potrebbero acquisire beni tramite l’eredità. È di fondamentale importanza agire tempestivamente per informare gli eredi dell’esistenza del debito.
  • Accettazione dell’eredità con beneficio di inventario. Gli eredi hanno la possibilità di accettare l’eredità con beneficio di inventario, separando i debiti e i crediti del defunto dal loro patrimonio personale. Questo consente di fare un inventario preciso dei beni ereditati e di utilizzarli per soddisfare i debiti. Pertanto, anche se il debitore era nullatenente, potrebbero emergere beni o valori inaspettati durante questo processo.
  • Rinuncia all’eredità. In caso di rinuncia all’eredità da parte degli eredi, il patrimonio del defunto entra in una fase di liquidazione gestita da un curatore nominato dal tribunale. Questo curatore avrà il compito di liquidare qualsiasi bene appartenente al defunto per soddisfare i creditori. Anche in assenza di beni significativi, è quindi importante seguire questa procedura per verificare eventuali asset nascosti o non dichiarati.
  • Azioni legali contro il patrimonio ereditario. I creditori possono intraprendere azioni legali contro il patrimonio ereditario. Questo include la possibilità di utilizzare l’azione revocatoria di cui abbiamo parlato sopra per contestare donazioni o trasferimenti di beni fatti dal defunto con l’intento di sottrarli alla garanzia dei creditori. Ciò potrebbe rivelare beni trasferiti in maniera fraudolenta anche se il debitore era nullatenente. 

Conclusione

In questo articolo abbiamo visto come il recupero crediti da debitori nullatenenti è un processo complesso che richiede una combinazione di strategie sia legali e investigative. Conoscere le eccezioni relative ai beni impignorabili, utilizzare strumenti come l’azione revocatoria e l’azione penale, e monitorare costantemente la situazione del debitore sono sicuramente procedure essenziali.

Tuttavia, per massimizzare le probabilità di successo, è fondamentale affidarsi a società investigative specializzate come NSK IC

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